Federica Bertocchini 49 anni biologa molecolare di Piombino ha scoperto il bruco che mangia la plastica. Una scoperta capace di risolvere grossi problemi ambientali, soprattutto in mare dove c’è un’isola galleggiante di rifiuti grande come il Texas. Nonostante la scoperta, a causa della mancanza d’investimenti nella ricerca Federica, da qualche mese, è disoccupata.
A Federica Bertocchini e al mondo scientifico, generoso e attento all’ambiente che lei rappresenta va il Premio Casato Prime Donne 2017 per decisione unanime della giuria presieduta da Donatella Cinelli Colombini e composta da Rosy Bindi, Anselma Dell’Olio, Anna Pesenti, Stefania Rossini, Anna Scafuri e Daniela Viglione.
Insieme a lei, nelle sezioni giornalistiche e fotografiche, riservate a chi ha meglio divulgato Montalcino e i suoi vini, vincono Pietro di Lazzaro per il servizio televisivo dedicato al 50° anniversario del Consorzio del Brunello del TG3 RAI, Stefano Pancera per il pezzo intitolato Il futuro del vino italiano nelle mani dei giovani trasmesso da Mattino 5 Mediaset e Vannina Patanè per l’articolo Montalcino acqua e vino pubblicato in “In Viaggio” di Aprile 2017. Ad essi si aggiungerà l’autore della migliore foto dei territori dei vini Brunello e Orcia che verrà scelto nel mese di agosto fra 5 finalisti da una giuria popolare attraverso il voto online.
La Prima Donna 2017 Federica Bertocchini è l’esempio della difficoltà che vivono gli scienziati della ricerca pura, quella che non produce brevetti o applicazioni industriali. E’ anche la prova che le scoperte possono ancora avvenire fuori dai laboratori come in passato è successo a Galilei e a Newton.
Federica Bartocchini studia le cellule embrionali dei vertebrati; le sue 20 pubblicazioni scientifiche, tutte in inglese e su riviste scientifiche importanti, riguardano uccelli e rettili nelle prime fasi di vita. Vent’anni trascorsi nei laboratori di New York, Londra e Santander in Spagna finché, nel 2012, pulendo un alveare, a Santander, dove vive attualmente, si imbatte nel bruco della cera –Galleria mellonella- e si accorge che mangia la plastica cioè rompe il legame chimico del polietilene.
La scoperta fa il giro del mondo e Federica Bartocchini insieme ai colleghi Paolo Bombelli e Chris Howe biochimici dell’Università di Cambridge la pubblicano su “Current Biology” ancora prima di capire se la molecola della plastica viene rotta dal bruco o da un batterio ospite del suo intestino. La cosa importante è che il polietilene viene degradato in particelle più piccole. Ovviamente la sfida vera << è di riprodurre la molecola in laboratorio e non certo fare scorta di bachi per combattere l’inquinamento>>. Ma per raggiungere questo risultato c’è un problema: dal 18 aprile 2017 Federica Bartocchini è disoccupata. Il suo contratto di ricerca con il CNR spagnolo è scaduto e lei vive con un assegno di disoccupazione in attesa di trovare chi, credendo nel suo talento e nella scoperta che ha fatto, le dia la possibilità di tornare in laboratorio. Il Premio Casato Prime Donne 2017 vuole lanciare un appello in favore di lei e di tutta quella “ricerca orfana” che non produce redditi immediati ma forse, proprio per questo, non può essere lasciata senza finanziamenti.
La cerimonia del 19° Premio Casato Prime Donne avrà luogo domenica 17 settembre 2017 alle 10,30 nel Teatro degli Astrusi di Montalcino.
Il Premio valorizza quanti scrivono fotografano e divulgano, in modo particolarmente efficace, il territorio e i vini di Montalcino. Valorizza inoltre i nuovi profili femminili e le donne che costituiscono un modello per tutte le altre. Ognuna di loro lascia una dedica che rimane esposta in modo permanente al Casato Prime Donne, la prima cantina italiana con uno staff di sole donne che finanzia il premio.
Alla biologa molecolare, Federica Bertocchini, va il Premio “Prima Donna” 2017.
Per il suo impegno nella ricerca che l’ha portata in spagna a scoprire il bruco che mangia la plastica, una scoperta che potrebbe avere sviluppi molto importanti e permettere di trovare una soluzione ad uno dei problemi ambientali piu’ gravi che affliggono l’umanita’: lo smaltimento dei rifiuti in plastica, che persistono nell’ambiente per centinaia di anni.
Nei mari ne finiscono ogni anno 8 milioni di tonnellate, che uccidono la fauna marina e possono anche costituire un pericolo per la salute umana. Le microplastiche, attraverso i pesci, rischiano di finire direttamente nei nostri corpi. Nel mediterraneo se ne trovano quasi un chilo per chilometro quadrato.
Federica Bertocchini, con impegno e tenacia, studia da molti anni le cellule embrionali dei vertebrati e sono decine le sue pubblicazioni su importanti riviste scientifiche. I suoi studi la portano nei laboratori di Londra, New York e Santander, dove, nel 2012, scopre che il bruco della cera, la Galleria Mellonella, spezza il legame chimico del polietilene.
Un modo naturale per biodegradare la plastica scoperto con una ricerca di propria iniziativa e fuori dal suo campo specifico, in cui Federica ha coinvolto gli scienziati Paolo Bombelli e Chris Howe dell’Universita’ di Cambridge.
Federica e’ un esempio di sensibilita’, intelligenza aperta e concreta, che ha la capacita’ di intuire le grandi potenzialita’ di una scoperta avvenuta per caso.
Una ricercatrice a cui per il momento e’ stata data opportunita’ di lavoro solo all’estero e che invece va incoraggiata e sostenuta anzitutto nel nostro paese, che si e’ ritrovata disoccupata.
Tanto talento non si puo’ fermare davanti ad un contratto scaduto, che fa venire meno le risorse necessarie a proseguire nella ricerca.
La scoperta del bruco mangiaplastica che si deve a Federica Bertocchini e’ una storia ancora tutta da scrivere, emblematica delle difficolta’ di tanti nostri giovani promettenti che si affermano all’estero e spesso non tornano piu’ in Italia.
Il Premio Casato Prime Donne vuole essere quest’anno un forte incoraggiamento ad una ricercatrice di talento affinche’ possa ritornare presto in laboratorio e allo stesso tempo un appello a investire maggiori risorse nella ricerca scientifica.
Queste parole sono dedicate a ogni singola donna che abita il nostro pianeta, e alla Toscana, questa terra di un valore inestimabile che ha deciso di celebrarle. Le donne son un compendio di passione per quello che danno, e di forza in tutto quello che fanno. Ciò che una donna può raggiungere lo vediamo intorno a noi, in ogni settore della nostra società. Del loro valore e di ciò che apportano al nostro mondo, non possiamo e non vogliamo fare a meno, sarebbe una perdita irreversibile per l’umanità.
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